lunedì 3 ottobre 2011

PICCOLI FRAMMENTI DI VITA

Francesca era ferma, da più di venti minuti, sullo stesso punto, fissando un volantino pubblicitario che in realtà non stava nemmeno guardando. Pensava, come faceva spesso durante la giornata, lasciava che la sua mente viaggiasse libera e incontrollata. Ma Francesca non era una ragazza distratta o con la testa tra le nuvole, no, Francesca semplicemente pensava a lui. A un lui sfuggente, misterioso o, come diceva lei, troppo fuori dalla sua portata. Eppure era una ragazza carina, solare, simpatica, “tosta”, ma quando era di fronte a lui tutte queste caratteristiche le sembravano prive di significato, troppo poco evidenti. Lui aveva il potere di annullarle tutte. Probabilmente avrebbe dovuto dargli meno importanza così si sarebbe sentita più sicura di sé e delle sue qualità ma, purtroppo, non poteva farci niente, quando se lo trovava davanti il suo autocontrollo andava in confusione. Le sue giornate erano scandite da quell’incontro, ogni mattina, di fronte alla fermata dell’autobus e quando lui, per tanti motivi, non si presentava all’”appuntamento”, lei era capace di considerare il resto della giornata una grossa perdita di tempo. Aveva bisogno di vederlo, anche solo per pochi minuti, per sentirsi bene e in pace con se stessa. Era una sensazione nuova, piacevole, ma anche fastidiosa perché, passati quei pochi minuti di “estasi”, il suo bisogno di rivederlo continuava a ripresentarsi. Lei non sapeva niente di lui, il suo nome, la scuola che frequentava, se era fidanzato, cosa gli piaceva, che sport praticava …, per lei era un’immagine. Avrebbe tanto voluto avere queste risposte ma al solo pensiero di rivolgergli la parola le tremavano le gambe. Era comunque consapevole che prima o poi qualcosa doveva fare, anche solo toglierselo dalla testa, fissarsi con un altro, con uno che almeno aveva un nome o la voglia di istaurare un rapporto diverso. Ma ormai, pensava, non c’era più niente da fare, per un anno si erano solo “visti” e non si erano mai rivolti la parola, nemmeno un “ciao”, con che faccia poteva andare lei ad “attaccare” discorso con uno che non sapeva nemmeno che voce avesse ... Ogni tanto ci pensava, magari era un tipo antipatico, stupido, con una voce nasale bruttissima, forse aveva qualche difetto che lei non aveva notato ... ogni tanto ci pensava e rimaneva male perché questo significava la perdita di una perfezione quasi surreale, di un’immagine di ragazzo perfetto che le sfumava tra le mani, di un anno di sogni sprecati, di tempo perso dietro a qualcosa che non sembrava. Era un dubbio troppo forte e forte era la voglia di smentirlo, di credere ancora alla prima impressione e ai battiti del proprio cuore. Doveva agire, farsi venire in mente qualcosa. Dalle amiche non aveva idee, per loro l’unica soluzione era andare da lui, presentarsi, farsi dare il numero di cellulare e tempestarlo di sms. Ma lei non era così sfrontata e questo approccio, a dire il vero, le sembrava anche troppo aggressivo. Voleva un qualcosa di diverso, che lasciasse il segno. Pensava che l’unico approccio che poteva in qualche modo incuriosirlo fosse un qualcosa che andava incontro ai suoi interessi ma lei non aveva proprio idea di quali fossero. Pensava che se un giorno lui si fosse presentato con una maglia di Marylin Manson, lei avrebbe capito che gli piaceva il rock “pesante” e qualche giorno dopo, per simulare un interesse comune, avrebbe potuto indossarne una dei Linking Park. Ma le sembrava troppo stupido, inventare di avere gusti simili in fatto di musica, quando poi non era affatto così ed era anche inutile perché lui, dall’abbigliamento, non faceva trasparire nulla. Il suo modo di vestire, comunque, le piaceva, era molto “comodo”, ricercato e mai alla moda, uno stile molto simile a quello degli snowboarder.
Francesca non sapeva per quale motivo ma aveva la sensazione che lui fosse un tipo “profondo”, di quelli che parlano poco e se lo fanno è per dire qualcosa di giusto, un tipo per niente superficiale interessato alle cose concrete e infastidito dalle persone idiote ed arroganti. E la cosa si faceva ancora più difficile perché conquistare un ragazzo così non era per niente facile. Di sicuro l’approccio che proponevano le sue amiche non avrebbe funzionato con lui, qui ci voleva qualcosa di intelligente.
Da qualche giorno, Francesca, aveva preso l’abitudine di annotare sul diario ciò che pensava di aver capito di lui, gli aveva pure dato un nome, Matteo, ma non era per niente convinta che fosse quello adatto alla sua faccia:

Martedì 3 marzo
Nome: Matteo (ma potrebbe avere mille nomi diversi ...) 
Aspetto fisico: Più alto di me, magro, capelli biondi, occhi marroni, carnagione un po’ chiara, bello da morire.
Modo di vestire: Segue una moda tutta sua, ha uno stile ricercato e devo dire che mi piace proprio. A volte sembra uno snowboarder con la sua giacca a vento bianca e rossa e i pantaloni larghi.
Carattere: le mie sono solo sensazioni ma lo vedo un ragazzo tosto, “profondo” di quelli che parlano poco e se lo fanno è per dire qualcosa di giusto, intelligente, non superficiale, un po’ folle e pure simpatico. Cavoli il ragazzo perfetto! Forse lo sto descrivendo come vorrei che fosse o è proprio così ... Mah mica lo so se lo saprò mai ... ma forse è meglio così tanto un ragazzo del genere non perde tempo dietro a me.
Cosa vorrei: principalmente conoscerlo, parlarci e vedere se è realmente come me lo sono immaginato ... 
Francesca posò la penna con aria sconsolata “me lo devo dimenticare” pensò, “o qui finiamo male”, chiuse il diario e istintivamente lo infilò nello zaino, poi spense la luce e scivolò in un sogno bellissimo.
Mercoledì 4 marzo
“Oggi era più bello del solito ma l’ho visto per poco. Aveva addosso una strana fretta, l’ho visto agitato, forse era in ritardo, nervoso, preoccupato, non lo so, a saperlo l’avrei aiutato se non altro per vedere il suo sorriso ...”
Giovedì 5 marzo
“Questa mattina Marta non è venuta, Giulia è dal dentista e lui non c’è!! Che bella giornata!! Ascolto Battisti così mi rattristo ancora di più ... ma no ... Lucio è sempre il più grande”
Sabato 7 marzo
“Oggi sono uscita con Federico. Era un sacco di tempo che mi chiedeva un appuntamento e io un po’ per sfinimento e un po’ per vedere come mi potevo trovare, ho accettato. Giulia diceva che una possibilità dovevo dargliela e in effetti una possibilità non si nega a nessuno, ma lui se l’è proprio bruciata!!!!!! Siamo andati al mare e devo dire che all’inizio mi ha impressionata perché, si sa, il mare d’inverno è sempre bello, ma poi ho capito che non era un ragazzo romantico ma soltanto un viscido ... infatti il mare era solo il posto più appartato che c’era per provarci indisturbato!! Dopo le prime battute, infatti, mi si è attaccato come una cozza e quando gli ho fatto capire che proprio non mi andava s’è pure arrabbiato!! Mi ha detto che dal momento che avevo accettato il suo invito lui si era sentito libero di provarci! Ma sentitelo!! Inutile dire che me ne sono andata lasciandolo lì come un idiota. Poi mi sono fatta tutta la strada a piedi perché il “signore” non si è nemmeno disturbato ad accompagnarmi”
Lunedì 9 marzo
“Questa mattina “Matteo” non c’è e io devo assolutamente togliermelo dalla testa. Non posso paragonare ogni ragazzo a lui, o meglio, a come penso sia lui. Qui si rischia di prendere una cantonata colossale. Sono sicura che lui non si sarebbe comportato come Federico, ma perché penso questo non lo so proprio” 
Martedì mattina, ore 7:30, fermata dell’autobus. Francesca, seduta sulla panchina da più di venti minuti, stava scrivendo nel suo diario le parole della canzone che sentiva con l’Ipod. Era così assorta da non accorgersi che il suo “ragazzo misterioso” la stava fissando da più di venti minuti.
“Cosa c'entra questo cielo lucido, che non è mai stato così blu e che se ne frega delle nuvole, mentre qui manchi tu. Pomeriggio spompo di domenica, come fanno gli altri a stare su, non arriva neanche un po’ di musica, quando qui manchi tu. E adesso che sei dovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero, chissà se ne ridi o se ti fa piacere. Cosa c'entra quel tramonto inutile, non ha l’aria di finire più, che ci tiene a dare il suo spettacolo, mentre qui manchi tu. Così solo da provare panico e c’è qualcun’altra qui con me, devo avere proprio un’aria stupida, sai com’è manchi te. E adesso che sei dovunque sei chissà se ti arriva il mio pensiero, chissà se ne ridi o se ti fa piacere. E adesso che sei dovunque sei ridammelo indietro il mio pensiero, dev’esserci un modo per lasciarmi andare. Cosa c'entra questa notte giovane, non mi cambia niente la tv e che tristezza che mi fa quel comico, quando qui manchi tu. E adesso che sei dovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero, chissà se ne ridi o se ti fa piacere. E adesso che sei dovunque sei ridammelo indietro il mio pensiero, dev’esserci un modo per lasciarmi andare”
Ore 7:40 L’autobus stava partendo e lei non si era nemmeno accorta che era arrivato. Afferrò lo zaino e andò ad occupare il suo posto. Il suo diario rimase nella panchina.
Ore 10:30 Francesca cercando il suo diario per annotare i compiti realizzò improvvisamente che non era nel suo zaino. Dove diavolo l’aveva lasciato? Chi ce l’aveva? Lo cercò per tutto l’intervallo ma del diario nemmeno l’ombra.       
Ore 13.00 ormai il diario l’aveva perso pensò Francesca, o forse era rimasto nel sedile dell’autobus o nella panchina della fermata. Nell’autobus non c’era ... mancava la panchina ... e infatti era lì. Francesca corse verso il suo diario preoccupata, ansiosa, intimidita. Pensò che tutte le persone che c’erano in quel momento avrebbero potuto averlo letto e ora, vedendo che il diario era suo, stavano ridendo di lei. Ma no, pensò, non si può ridere dell’amore impossibile di una semplice ragazzina per un ragazzo così bello. Anche loro, sicuramente, nella vita avranno sognato, sperato, immaginato favole irreali. Mentre era persa nei suoi pensieri andò istintivamente alla canzone di quella mattina e rimase di stucco: qualcuno aveva scritto qualcosa ...
Nome: Matteo (ma potrebbe avere mille nomi diversi ...)  Filippo, anche se tutti mi chiamano Filo
Aspetto fisico: Più alto di me, magro, capelli biondi, occhi marroni, carnagione un po’ chiara, bello da morire. (sono alto 1.78 e grazie per il bello da morire ...)
Modo di vestire: Segue una moda tutta sua, ha uno stile ricercato e devo dire che mi piace proprio. A volte sembra uno snowboarder con la sua giacca a vento bianca e rossa e i pantaloni larghi. (Lo snowboard è il mio sport, mio padre è svizzero e i vestiti spesso li vado a comprare là, sono i migliori per me..)
Carattere: le mie sono solo sensazioni ma lo vedo un ragazzo tosto, “profondo” di quelli che parlano poco e se lo fanno è per dire qualcosa di giusto, intelligente, non superficiale, un po’ folle e pure simpatico. Cavoli il ragazzo perfetto! Forse lo sto descrivendo come vorrei che fosse o è proprio così ... Mah mica lo so se lo saprò mai ... ma forse è meglio così tanto un ragazzo del genere non perde tempo dietro a me. (più o meno c’hai preso, tranne che per parlare poco, purtroppo parlo anche troppo.. però si sono “profondo”, non superficiale e anche intelligente dai ... e poco modesto comunque :) 
Cosa vorrei: principalmente conoscerlo, parlarci e vedere se è realmente come me lo sono immaginato. (farebbe piacere anche a me ... così ci provo anche io ad immaginarti senza conoscerti)
Adesso cerco un po’ di risolvere i dubbi che ho trovato scritti: ti ho notata anche io, sei molto carina e solo che eri un po’ “inavvicinabile”, o scrivevi o ascoltavi musica e non mi andava di venire a disturbarti. Se avessi saputo che anche tu volevi conoscermi di sicuro ci saremmo parlati prima. Mercoledì 4 marzo avevo un esame e non avevo studiato molto, per questo ero agitato. Poi l’esame l’ho passato comunque ... scusami se ho letto il tuo diario e ti sto rispondendo, ma stamattina ho visto che l’avevi lasciato nella panchina. Si, avrei potuto ridartelo, ma se l’avessi fatto, non avrei scoperto niente ... ed è meglio sia andata così credimi ... anche io ascolto Battisti e Ligabue e no, non mi sarei comportato come Federico ...
Se non sei troppo arrabbiata con me il mio numero è 3332599256, chiamami ...
Filo

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